Il giorno 16 Maggio 2009, presso la galleria Mandelli Arte contemporanea, si inaugurerà una mostra dedicata al Centenario del Giro d’Italia dal titolo CENTOINGIRO. Questa mostra intende rendere omaggio alla manifestazione sportiva probabilmente più amata dagli italiani, capace di coinvolgere l’interesse di tutti, indipendentemente dalla propia estrazione culturale e sociale.

Il Giro lega la sua immagine a quella delle grandi imprese di Bartali, Coppi, Gimondi, Merckx, Hinault, Saronni, Indurain, Bugno e tanti altri, figure di sportivi puri, le cui imprese rientrano nella categoria del mito, della leggenda.

Certo, nessuno nega che l’immagine del Giro, insieme a quella del ciclismo e dello sport, sia stata infangata dalla peste del doping, frutto dell’ideologia del risultato a tutti i costi, a dispetto dell’etica della fatica, della rinuncia, della passione, dello sforzo personale.
Tuttavia, e forse anche un poco per questo, per ridare a questo sport la sua “aura” quasi mitica, lo si è voluto avvicinare al mondo dell’arte.
Per questo è stato chiesto a cento artisti, fra i più rappresentativi del panorama nazionale, selezionati in base alle differenti espressioni stilistiche, provenienze geografiche e anagrafiche, di eseguire un’opera che, pur rispettando in toto l’espressione personale di ciascuno, faccia in qualche modo riferimento a questa manifestazione sportiva. Sono perciò protagonisti di questi lavori il colore rosa, il numero cento, la bicicletta, ritratti di ciclisti famosi e cosi via, a seconda delle inclinazioni creative del singolo artista.

Il formato dell’opera, 50x50, permette ad ogni artista di concentrare il proprio impegno e di esaltare solo le proprie qualità interpretative.
Completa la mostra il catalogo contenente pagine storiche dedicate al ciclismo da grandi firme del giornalismo e della letteratura italiana, quali Bruno Raschi, Giovanni Testori, Dino Buzzati, per sottolineare come questo sport faccia parte della storia profonda dell’Italia, caratterizzandone le passioni, i comportamenti, i costumi, e quindi la cultura.

Attraverso le opere degli artisti e le pagine scritte sono parecchi gli spunti che si possono trarre da questa mostra, nata con lo scopo di unire fra loro mondi apparentemente distanti – arte e pubblico - ma che poi è diventata mano a mano anche qualcos’altro, scoprendo che alla fine si è composto, attraverso il pretesto del Giro, un meraviglioso affresco dell’arte e della vita contemporanee.

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